Il bosco, l’incanto, le leggende.
Cโera una volta in un villaggio, ai ๐ฐ๐ผ๐ป๐ณ๐ถ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ฏ๐ผ๐๐ฐ๐ผโฆ
Lโinizio delle fiabe e delle favole che tutti conosciamo. I boschi sono i protagonisti delle piรน ๐ป๐ผ๐๐ฒ ๐๐๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ฏ๐ฎ๐บ๐ฏ๐ถ๐ป๐ถ, ambientazioni fantastiche e leggendarie dove prende vita la ๐บ๐ฎ๐ด๐ถ๐ฎ.
Nellโimmaginario comune, attorno al tema del bosco si coagulano topoi positivi e negativi. Il bosco rimanda positivamente alla ๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ ๐ฟ๐ถ๐ด๐ผ๐ด๐น๐ถ๐ผ๐๐ฎ, alla quiete degli ๐ฎ๐น๐ฏ๐ฒ๐ฟ๐ถ ๐บ๐ฎ๐ฒ๐๐๐ผ๐๐ถ, al silenzioso fruscio delle foglie; dโaltra parte secondo un topos negativo, invece, il bosco rappresenta un luogo ๐ผ๐๐ฐ๐๐ฟ๐ผ ๐ฒ ๐บ๐ถ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ๐๐ผ.
Questo luogo tanto rigoglioso quanto selvaggio si pone in opposizione concettuale con lo ๐๐ฝ๐ฎ๐๐ถ๐ผ ๐๐บ๐ฎ๐ป๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ผ, lโartificiale civilizzazione degli esseri umani. In questo senso il bosco diventa una ๐บ๐ฒ๐๐ฎ๐ณ๐ผ๐ฟ๐ฎ: se la civilizzazione rappresenta lโordine del principio razionale regolato da norme e consuetudini, il bosco รจ la metafora delle pulsioni ferine e di uno ๐๐บ๐ฎ๐ฟ๐ฟ๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ๐ฏ๐ถ๐ฟ๐ถ๐ป๐๐ถ๐ฐ๐ผ.
Lacedonia si erge su una distesa di vallate e vegetazione. Come i paesi limitrofi, vista dallโalto appare come una macchia bianca immersa in un ๐๐ฒ๐ฟ๐ฑ๐ฒ mare di foglie e alberi. Inevitabilmente il rapporto tra gli abitanti di Lacedonia e il bosco รจ stretto, ๐๐ถ๐บ๐ฏ๐ถ๐ผ๐๐ถ๐ฐ๐ผ.
Il Bosco Origlio si estende sullโomonimo monte, nella valle che si puรฒ ammirare da Lacedonia, denominata Osento, da โAusentumโ nome di ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒ๐๐ฟ๐๐๐ฐ๐ฎ. In questo bosco dalle atmosfere magiche si elevano due alberi monumentali circondati da unโaura leggendaria: ๐ถ๐น ๐๐ฒ๐ฟ๐ฟ๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐ง๐ฒ๐๐ผ๐ฟ๐ผ ๐ฒ ๐ถ๐น ๐๐ฒ๐ฟ๐ฟ๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐น ๐๐ฟ๐ฎ๐ด๐ผ.
Il Cerro del Tesoro รจ un maestoso albero, ๐๐ป๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐๐ฒ๐๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฒ ๐ฝ๐ถรน ๐น๐ผ๐ป๐ด๐ฒ๐๐ฒ ๐ฑโ๐๐๐ฟ๐ผ๐ฝ๐ฎ, con unโetร di circa trecento anni e unโaltezza di circa 20 metri. Lโalbero รจ cosรฌ denominato per il suo legame con il ๐ฏ๐ฟ๐ถ๐ด๐ฎ๐ป๐๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐ผ. Si narra che un tempo i briganti nascondessero i bottini sotto questโalbero o nelle sue vicinanze. Infatti, il cerro era facilmente riconoscibile e facile da trovare allโinterno del boschetto per le sue dimensioni.
Ma il nome Cerro del Tesoro fa riferimento a una leggenda e a un tesoro in particolare. Allโepoca del brigantaggio, si racconta, che ๐๐ฎ๐ฟ๐บ๐ถ๐ป๐ฒ ๐๐ฟ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ผ, il piรน famoso dei banditi, abbia sepolto ๐๐ป ๐ฏ๐ผ๐๐๐ถ๐ป๐ผ, frutto delle sue scorrerie, nei paraggi della quercia. ๐๐ฎ ๐ฎ๐น๐น๐ผ๐ฟ๐ฎ ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ผ “๐๐ฒ๐๐ผ๐ฟ๐ผ” ๐ป๐ผ๐ป ๐ณ๐ ๐บ๐ฎ๐ถ ๐ฝ๐ถรน ๐ฟ๐ถ๐๐ฟ๐ผ๐๐ฎ๐๐ผ. Insieme al “Cerro del drago”, la quercia forma ๐๐ป ๐ฝ๐ถ๐ฐ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ ๐๐ฟ๐ฎ๐๐๐๐ฟ๐ผ che in passato delineava il collegamento per la grande transumanza delle greggi in Puglia nei periodi invernali.
Ecco, quindi come i boschi, parte inconfondibile del paesaggio di Lacedonia, diventano anche ๐ฒ๐น๐ฒ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ร , il racconto di una leggenda durante una passeggiata nella natura.
Ed ecco in che modo si crea questa ๐๐ถ๐บ๐ฏ๐ถ๐ผ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐ฟ๐ฎ ๐น๐ฎ ๐ฐ๐ถ๐๐ถ๐น๐ร ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐ป๐ฎ๐๐๐ฟ๐ฎ, la necessitร dellโesistenza dellโuna per la sopravvivenza dellโaltra.