Quella di Lacedonia è storicamente una 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝘁à 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗮. La posizione geografica, le immense distese verdi che circondano il paese e il corso del torrente Osento a rendere più fertile la terra nonché l’aria salubre di collina e la natura incontaminata del Bosco Origlio hanno da sempre favorito lo sviluppo dell’𝗮𝗴𝗿𝗶𝗰𝗼𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 e dell’𝗮𝗹𝗹𝗲𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼. Da queste attività nascono 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗶 𝗱’𝗲𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 quali 𝗼𝗹𝗶 𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶, che rappresentano l’𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁à di tutto il territorio irpino.

In una 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝘁à 𝗿𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 come quella di 𝗟𝗮𝗰𝗲𝗱𝗼𝗻𝗶𝗮, quindi, i prodotti della terra non scarseggiavano, sia per le persone che vivevano nel borgo storico, situato sulla collina, sia per coloro che vivevano a ridosso dei campi e si occupavano delle 𝗰𝗼𝗹𝘁𝗶𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 e della produzione di 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗶 𝗰𝗮𝘀𝗲𝗮𝗿𝗶 che vendevano, poi, nel mercato del paese.

Tuttavia, apparentemente in contrasto con la tradizione contadina del paese, uno dei piatti tipici di Lacedonia ha come protagonista il 𝗯𝗮𝗰𝗰𝗮𝗹à. Questa tradizione culinaria, come detto precedentemente, è solo apparentemente in contrasto con le produzioni locali legate al mondo contadino: dobbiamo immaginare, infatti, che in passato era rara la possibilità di mangiare pesce nelle zone dell’entroterra. 𝗜𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼, infatti, da una parte deterioravano il prodotto, dall’altra lo rendevano economicamente inaccessibile ai più. Ecco, quindi, che il baccalà risolve queste problematiche: la 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗮𝗹𝗲 dà la possibilità di fare una buona scorta di prodotto che può essere conservato anche per tutto l’inverno, d’altra parte il baccalà nient’altro è che 𝗺𝗲𝗿𝗹𝘂𝘇𝘇𝗼 che cambia nome in base al metodo di conservazione, un alimento – quindi – non eccessivamente costoso.

Il piatto tipico, a cui non si può rinunciare durante una visita al borgo irpino, è senza dubbio il “𝗯𝗮𝗰𝗰𝗮𝗹à 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘁𝗲𝗰𝗮𝗿𝗲𝗴𝗻𝗮”, a cui è dedicata una 𝘀𝗮𝗴𝗿𝗮 in paese durante il mese di agosto. “Pertecaregna” è un vocabolo dialettale che trae origine dal modo di chiamare l’𝗮𝗿𝗮𝘁𝗿𝗼, ovvero “pertecara”, e la denominazione deriva dal fatto che era una pietanza che spesso le donne preparavano per i braccianti impegnati nell’𝗮𝗿𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗶 𝗶𝗻 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲. In una padella si frigge l’olio con l’aglio, mentre si cuoce in acqua il baccalà: al termine si versa l’olio sullo stoccafisso e si condisce con abbondante peperoncino, della varietà che in zona viene chiamato “𝗿𝗶𝗮𝗹𝘂𝗹𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼” (diavoletto) perché particolarmente piccante. Altre modalità di preparazione sono il 𝗯𝗮𝗰𝗰𝗮𝗹à 𝗶𝗻 𝘂𝗺𝗶𝗱𝗼, cotto in padella con pomodoro e una buona quantità di sedano, oppure 𝗮𝗹 𝗳𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗽𝗮𝘁𝗮𝘁𝗲.

La 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗰𝘂𝗹𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 è uno degli elementi più caratteristici dell’identità di un luogo. Gustando e conoscendo le pietanze tipiche di una certa zona, di una città o di un paese se ne può ricostruire 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮, 𝗹𝗲 𝗮𝗻𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝘂𝘀𝗮𝗻𝘇𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗶𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗲 𝗿𝗶𝘀𝗮𝗹𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝗮𝗻𝗲𝗱𝗱𝗼𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗶 𝗴𝗲𝗹𝗼𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶. Non bisognerebbe mai dire di aver visitato un luogo e di conoscerlo, senza averne anche assaggiato i piatti tipici: quindi, se visitate Lacedonia, non rinunciate a un buon piatto di baccalà alla pertecaregna.